Cronaca di un trasporto eccezionale

Cronaca di un trasporto eccezionale

Quaranta quintali di emozioni

Vincenzo Pascalicchio

Alle otto e quindici del 12 agosto 2013, ci incontriamo al laboratorio di Fabio Basile in via Cisterna, dove c’è la sua splendida scultura dedicata a don Giovanni Cipriani. Giovanni Chialà, con un camion dotato di un potente sollevatore, arriva da Locorotondo. Ci sono ad aspettarlo due validissimi collaboratori: Oronzo Trisolini e Franco Tria. In attesa ci sono anche il padre dello scultore, la madre, la sorella e le giovani nipoti; più tardi arriva Margherita Calefati (moglie di Fabio), con al seguito una macchina fotografica e il piccolo Michelangelo. Iniziano i preparativi, fatti di studi operativi dove non è consentito sbagliare. Il sole, in un cielo azzurro, già picchia forte.Scultura Fabio trasporto1 cr
Il braccio della gru s’infila nel laboratorio attraverso la porta, ma non può sollevare la scultura; allora si organizza il trascinamento dell’opera all’aperto, dove il potente braccio può con più libertà eseguire i movimenti necessari al sollevamento. Si sta provvedendo a caricare sul camion la pesante scultura, per trasportarla all’Oratorio. Le operazioni sono molto delicate ma la pazienza è sempre la forza vincente. Il gruista è tenace e sicuro, e si consulta con i suoi collaboratori. È cauto e lavora millimetrando i movimenti. Fabio Basile è visibilmente in tensione, emozionatissimo. La scultura è con ogni cura sistemata sul camion e coperta con un lenzuolo dipinto. Sono le ore 11,42. Si parte con il prezioso carico e la cautela non è mai troppa.
La strada da raggiungere è via Giovanni Palmisano: molto piccola per il mezzo e i movimenti che necessitano per consentire l’operazione di scarico nell’alloggio predisposto. Non è semplice perché i cavi conduttori di corrente e telefonici impediscono al braccio della gru l’accesso nello spazio liberato provvisoriamente del cancello. Intanto all’Oratorio fervono i preparativi: ci sono i volontari della Banda impegnati nei ritocchi; c’è Pasquale Del Re che tinteggia di un bianco accecante le pareti che chiudono il giardino: suda perché il sole delle 11,58 è particolarmente aggressivo. Don Maurizio Caldararo apre una busta piena di panini imbottiti e birre per i volontari. Sparge la voce, e tutti aderiscono all’idea di rifocillarsi. Pasquale prende il suo panino, tira due morsi e lo appoggia sul cornicione perché indaffarato; ritorna per tirare altri due morsi e non trova né panino né birra. “È mai possibile che non ci si accorga che il panino era morsicato? E la birra?”. Beh! Evaporata. I ‘ragazzi’ hanno voglia di scherzare.

foto di un trasporto eccezzionaleIntanto la consultazione dei tre è terminata e si decide che il monumento deve essere sollevato oltre l’altezza dei cavi conduttori e fatto scendere evitando ogni oscillazione. La manovra ha inizio e tutti siamo con gli occhi al cielo, preoccupati e in ansia. Al braccio possente della gru fanno eseguire i movimenti per centrare il punto di alloggio e fare scendere don Giovanni Cipriani e i suoi ‘fanciulli’. Quando il monumento – ricavato da un blocco di pietra di 78 quintali, che ora pesa 40 quintali – tocca terra è accolto con un grande e caloroso applauso e col suono delle campane a festa della vicina cappella. Sono le ore 12,45.
Don Maurizio, commosso, è lì tra gli operatori, i volontari, i curiosi. I lavori di adeguamento e ristrutturazione del giardinetto davanti al vecchio ingresso della chiesa, progettati dall’arch. Angela Rossi, sono quasi completati grazie all’impegno delle tante imprese accorse a prestare la loro opera gratuitamente. Ancora cinque giorni, utili per alcune piccole rifiniture. Poi c’è l’inaugurazione. E la sera del 17 agosto, dopo la Santa Messa e le parole dovute, una lunga processione di gente passa lì davanti per vedere la scultura di ‘Don Giovanni circondato dai fanciulli’. I fedeli lo accarezzano e si fanno fotografare con lui.
A noi piace immaginare don Giovanni Cipriani tornato lì dove una storia semplice è nata e cresciuta. Crediamo sia stato lui a illuminare, vegliare su ogni operazione seminando entusiasmo. Insieme a don Maurizio, che sa condurre con successo le attività oratoriane, dando continuità all’azione pastorale del suo fondatore.

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